Mille

it's a long long way

13 agosto 2016

1000 intanto i chilometri fatti, qualcuno in più in realtà, ma vedrete che alla fine non contano i km.
Mi sembra infatti di andare sulla luna e di arrampicarmi sulle nuvole. E’ felicità, paura, vulnerabilità, ignoto, spaesamento …
Davanti a questa vastità non resta che far di conto.
Quando ho fatto le somme dei giorni e dei chilometri, i primi mille che mi sono venuti in mente sono i mille di garibaldina memoria: qualche amico nei commenti in facebook, con tanto affetto e sovrabbondante stima, mi ha impropriamente definito “eroe”! Non c’è niente di eroico nel fare ciò che piace, con tutte le possibilità e circondato dalla stima e dall’affetto di molti. Eroe è chi sta al proprio posto a fare il proprio dovere, bene, con passione, tutti i giorni. Sono circondato da eroi, con mia somma fortuna.
Da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein secunda centum, deinde usque altera mille, deinde centum … (dammi mille baci, poi cento, poi altri mille, poi di nuovo cento, poi altri mille e poi cento…) : è uno di quei versi di Catullo che ti rimane in mente anche senza essere un latinista. Va da sé che baci e chilometri qui si sovrappongono nella loro infinita ripetitività. Quando ho scelto l’America per questo mio viaggio, uno dei motivi era proprio il desiderio di infinito, di non misurabile. Le distanze e i giorni che ho ancora davanti sembrano infiniti! E mi viene spesso in mente chi è affamato d’amore e vorrebbe i suoi basia mille, chi è deluso e solo e vorrebbe che i giorni della tristezza fossero finiti. Ecco, io so che ogni giorno, scegliendo di ripartire ogni giorno, arriverò alla fine, pronto per un nuovo inizio.
Mille e non più mille, era il nome della paura della fine del mondo che nel medioevo si era sparsa in giro nella vecchia Europa. Ne ho fatti appena mille, ho anch’io paura di non farcela. Non vedo nel cruscotto l’indicatore della riserva. Pare incredibile, finora tutto bene. Non devo avere paura, il viaggio è scoperta e conquista giorno dopo giorno, la paura è di chi non si mette in moto.
Ma un momento di terrore ve lo devo raccontare -anzi due- e riguarda sempre la polizia. Il primo ero ancora nel Massachussets, penso al secondo giorno. Pioveva, era verso mezzogiorno, c’era un traffico infernale, e dopo una certa esitazione, trovo la mia strada e incomincio ad attraversare un largo ponte a due corsie per ogni senso di marcia. E’ in ripida salita, vado piano, e dietro di me tutti strombazzano. Ad un certo punto arriva un’auto della polizia, a sirene spiegate e ferma il traffico dietro e davanti di me. Scende uno di quei sceriffi da film, incazzato come una belva, gli si vedevano le vene del collo, mentre mi urlava di prendere quella bici e andare sulla corsia dall’altra parte del ponte. Mica l’avevo vista io la corsia e vorrei proprio discutere delle indicazioni per le piste ciclabili, europa o america, pari sono: ciclisti razza inferiore. Niente paura solo una sgridata plateale.
Il secondo episodio l’altro giorno, sulla statale 22 west della Pennsylvania. E’ tutto il giorno che la strada sale e scende, il sole picchiava duro, la gamba comincia a cedere. Hanno la maledetta abitudine di piazzare i semafori a fondo valle, così il ciclista che scende e ha preso un po’ di abbrivio al rosso lo perde tutto e deve ripartire pigiando forte sui pedali. Ma quando hai fatto quasi mille chilometri, anche i semafori e gli incroci cominci a misurarli, e così rallento un po’, guardo con attenzione, e passo con il rosso, lo stesso, senza pericolo ne per me ne per altri. Come ho superato il semaforo, sento arrivare da dietro una macchina con la sirena spiegata, mi vedevo già steso a terra con le gambe larghe e mani dietro la testa, e mentre il cuore mi batteva forte, pensando a dove avrebbero messo la bici mentre mi portavano in prigione, mi sorpassa veloce il camion dei pompieri. Ecco, li ho amati tanto, in quel momento.
Al rosso successivo mi sono fermato diligente, sono sceso, sono entrato in uno di quei farm market che ogni tanto si trovano lungo la strada (4 pannocchie “sweet corn” 5 $!!!) e ho preso un apple juice dal frigo, che la signorina mi ha consigliato di agitare bene per gustarlo meglio. Non si era accorta che il braccio si muoveva da solo!
I mille volti e i mille colori me li tengo per una prossima puntata

nuovi amici

7 Comments
  1. Dai Maurizio tieni duro!!! Noi ti seguiamo dal blog….
    Una spinta te la diamo con il pensiero…
    Leonardo e Valentina.

  2. Step bay step ti troverai al traguardo di questo viaggio e dirai…..
    Sono arrivato dove mi ha portato il cuore
    Ciao Maurizio a presto, noi siamo al tuo fianco, serena notte

  3. Sei un grande. E sì sei il mio eroe, perché insegui i tuoi sogni, determinato e sorridente, in barba alla paura. E questo si chiama coraggio.

  4. È un piacere leggerti, sveli con semplicità e un bel po’ di energia sui pedali le contraddizioni di una società che dovrebbe essere più evoluta della nostra. Sono curiosa per i prossimi 1000 o 100, vai ciclopellegrino!

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