Libertà

 

ven 5 agosto 20166 Agosto 2016

Arrivando a Manhattan di venerdi sera, e cercando su google maps le indicazioni per arrivare alla camera prenotata solo un’ora prima, te la trovi all’improvviso davanti in tutto il suo splendore affacciandoti sull’Hudson River. La Statua, però. Non la libertà.
La Statua galleggia imponente, illuminata in mezzo al mare.

Ma la libertà dov’è?

Ho dormito in una topaia definita stanza su Airbnb, a New Jersey City. Il tizio che mi ha aperto la porta all’una e mezzo di notte, mi ha chiesto solo di mettergli una valutazione 5 stelle per migliorare il suo appeal commerciale e adesso mi stalkerizza via mail con la stessa richiesta. Farò la recensione veritiera così mi lascerà in pace.

Arrivarci in bici non è stato facile, perché i battelli per attraversare sono chiusi dopo mezzanotte. Anche a Venezia mi pare che i vaporetti ad una certa ora si fermino, perché non dovrebbero farlo a New York? Allora studio i percorsi alternativi e trovo l’Hollande Tunnel, neanche tre chilometri di lunghezza. Ma è una autostrada a pedaggio, bici non ammesse. Ma dico io, scavi sotto il mare per far passare la gente e le bici non le vuoi? Lo so, è vero che anche sul ponte della libertà non si può, ma anche se arrivi a piazzale roma in bici poi dove vai? Ma qui vuoi mettere? Sia dalla parte di Manhattan sia dalla parte di New jersey, ci sono infinite possibilità di girare in bici.

Ma se in bici non si può la libertà dov’è?

Mi sono messo allora all’imbocco del tunnel, abbastanza discosto dalla macchina della polizia che dall’altra parte teneva d’occhio il traffico, e dopo una mezz’ora di autostop, si è fermata una di quelle macchinone da film americano, mi ha chiesto dove andavo, gli ho spiegato il problema, ha aperto il bagagliaio e ho caricato contento bici e bagagli. Mi ha scaricato proprio all’indirizzo della casa e mentre tiravo giù la bici, mi ha chiesto la mancia e mi ha raccomandato di stare attento che i neri di quella strada mentre ti giri ti rubano tutto. Vabbè il taxi di notte dalla stazione di Padova a via Armistizio costa di più.

Ma se non regali un passaggio all’uomo in bici la libertà dov’è?

Al mattino mi decido allora ad andare a vedere da vicino questo simbolo universale che fin dalle copertine dei quaderni delle elementari mi porto dietro. Attacco addirittura la GoPro sul casco per immortalare il momento storico. Armeggio e porcheggio fin che mi sembra che funzioni, e parto baldanzoso alla ricerca della libertà, la statua si intende. Ma seguendo le indicazioni stradali, attraversando le vie e guardandomi con curiosità e stupore intorno, mi passa la voglia. La sporcizia, il disordine, la confusione urbana. La gente brutta, triste, con gli occhi spenti. Non me ne vogliano gli americani, ma solo in periferia a Nairobi ho visto una situazione simile, anzi, li mi pare che la gente sorridesse.

Ma se non sorridi all’uomo in bici la libertà dov’è?

Arrivo infine al grande parco della statua. Parcheggi sterminati di auto, lunghe code all’imbarcadero del ferry che porta all’isolotto. Qualche gruppetto stravaccato sull’erba a fare pic nic, nelle poche zone riservate. Tanta gente “di fuori” chiaramente in gita a vedere e fotografare la statua, il memoriale dell’11 settembre che crea una prospettiva da brivido su Manhattan, le vecchie carrozze ferroviarie di Ellis Island che lasciano un po’ sgomenti pensando alla storia.

La libertà è sacra, è solenne, è allo stesso tempo la trama connettiva della vita di tutti e della gioia di vivere che tutti dovremmo avere. E’ certo figlia di sofferenza e fatica, ma nella sua pienezza di senso dà forma alle giornate che ci è dato di condividere con tutta l’umanità.

Ecco, ho girato la bici e ho ripreso la via del west.

Libertà vo’ cercando

ven 5 agosto 2016

One Comment
  1. Nutro un pizzico di sana invidia per la libertà di quest’uomo! Complimenti per il ciclo tour Buon proseguimento

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